Il Tribunale di Rovereto venne inaugurato nel 1913, all’epoca dell’Impero austro-ungarico, alla presenza dell’allora Imperatore Francesco Giuseppe. Lo ricorda la targa, in latino, posta all’ingresso del palazzo.
La costruzione è caratterizzata da una matrice architettonica asburgica del tardo ottocento, connotata dalla rilevanza prospettica del fronte, tipica delle architetture austriache di molti edifici pubblici e, in particolare, dei palazzi di giustizia siti nelle città dell’impero asburgico.
Al secondo piano del palazzo di giustizia, recentemente rinnovato, in un maestoso sottotetto con travi a vista e strutture di vetro, cemento ed acciaio, è ubicata la biblioteca che, previa richiesta alla cancelleria e conseguente autorizzazione, può essere utilizzata per brevi riunioni dagli avvocati extra circondario che abbiano necessità d’uno spazio all’interno del Palazzo di Giustizia.
Nell’atrio d’ingresso ed all’interno del palazzo sono ricordate le figure di Angelo Bettini, Fabio Filzi e Mario Amato.
Angelo Bettini
L’avv. Angelo Bettini è stato ucciso nel suo studio di Rovereto, nel contesto di una strage nazista che colpì il basso Sarca, Trento e Rovereto il 28 giugno 1944.
All’avvocato Bettini l’Ordine Forense ha dedicato una stele sita all’ingresso del Tribunale, ha intitolato l’aula delle udienze del G.I.P. e del G.U.P. e ne ricorda ogni anno il sacrificio con una manifestazione aperta a tutta la cittadinanza.
Il profilo biografico dell’avv. Angelo Bettini è stato ricostruito, nel 2004, con grande maestria dallo storico prof. Fabrizio Rasera, in un complesso lavoro di ricerca per i tipi delle edizioni Osiride di Rovereto.
Fabio Filzi
Nato a Pisino d’Istria il 20 novembre 1884, trasferitosi con la famiglia a Rovereto nel 1892 ove il padre ottenne la cattedra nel liceo ginnasio della città, laureatosi in giurisprudenza presso l’università di Graz nel 1912, svolse pratica forense presso l’importante studio dell’avv. Antonio Pischel. Il 2 agosto 1914 Filzi parte per Innsbruck, ottemperando alla leva di massa disposta in tutti i territori dell’Impero Asburgico. Destinato con il suo battaglione a raggiungere la prima linea, ottenuta una breve licenza, organizza con alcuni amici la diserzione e la fuga verso l’Italia che lascia nella notte del 15 novembre 1914.
Il 16 giugno 1915 Fabio Filzi presenta domanda di arruolamento nell’esercito italiano. Sottotenente presso il Sesto Reggimento Alpini, assegnato alla compagnia del battaglione Vicenza al comando del tenente Cesare Battisti, fu catturato sulla vetta del Monte Corno, nel massiccio del Monte Pasubio, nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1916.
Sottoposto, assieme a Battisti, a giudizio di una corte marziale fu condannato a morte per impiccagione e la sentenza fu eseguita la sera del 12 luglio 1916 nella Fossa del Castello del Buonconsiglio in Trento.
Al giovane praticante, la cui figura, nella memoria pubblica della nazione è associata a quelle di Cesare Battisti e Damiano Chiesa, l’Ordine ha dedicato una stele sita all’ingresso del Tribunale.
Mario Amato
Mario Amato, sostituto Procuratore della Repubblica a Rovereto dal settembre 1971 all’estate del 1977, cadde a Roma, a soli trentasei anni, il 23 giugno 1980, sotto i colpi di mitra di due componenti dei NAR, gruppo terroristico di estrema destra sul quale Mario Amato stava indagando. L’avv. Mino Martinazzoli, in un appassionato ricordo tenutosi nell’aula del Tribunale di Rovereto, ove lavorò Mario Amato, il 24 giugno 2005 disse che Amato è stato “un Giudice che ha pagato un prezzo irrimediabile per la fedeltà alla sua funzione, per il coraggio della sua indipendenza, ma, di più, per l’accettazione della sua solitudine”.
A Mario Amato è intitolata, dal 1981, l’aula delle udienze penali del Tribunale di Rovereto.